Dal 1890

Andiamo nel passato per tornare nella storia

1890

Il Teatro Salone Margherita nacque da un’idea dei fratelli Marino, che presero come esempio i famosi cafè-chantant di Moulin Rouge di Parigi. L’ inaugurazione del magnifico teatro napoletano ebbe luogo il 15 novembre del 1890 alla  presenza della créme cittadina: principesse, contesse, uomini politici e giornalisti come Matilde Serao presenziarono alla prima del nuovo locale che divenne il simbolo della Belle époque italiana.

Il Salone Margherita si differenziava da tutti gli altri “saloni” d’Italia perchè ricalcava in tutto e per tutto il modello parigino: fu, infatti, il primo ad esibire le ballerine del can can. Persino la lingua utilizzata dai camerieri e dagli spettatori, così come quella che si leggeva sui cartelloni e nei menù, era il francese. Inoltre gli artisti, finalmente d’oltralpe, ricalcavano i nomi d’arte in onore ai divi e alle vedettes parigine.

“Parigi era arrivata anche in via Toledo!”,

così scrivevano i giornali dell’epoca. In poco tempo il Salone divenne il cuore pulsante della cultura e della mondanità cittadina, attirando le élite provenienti non solo da Napoli ma anche dal resto del Paese. 

Si narra che i ricchi sfaccendati di tutta Italia preferivano Napoli a Parigi, quando erano in vena di divertirsi, e assistevano emozionati alle scalpitanti esibizioni delle ballerine, le stesse bellissime e meravigliose donne che avevano fatto la fama mondana di Parigi, dalla Bella Otero a Clèo de Mèrode, dalla Tortajada a Lina Cavalieri.

In quel periodo ad attraversare un’epoca d’oro non furono soltanto i cafè-chantant ma anche la “canzone napoletana”, che ben presto regalò al Salone una nuova immagine. Negli spettacoli comparve una nuova figura, quella della “sciantosa” (equivalente napoletano delle “chanteuse francesi”), e lì fece il suo esordio Maria Ciampi, l’inventrice della “mossa”. Le ballerine che si esibivano, spesso provenivano da quartieri popolari come il Vasto o il Pallonetto, così, per meglio amalgamarsi con l’ambiente, francesizzavano i propri nomi suscitando l’ironia di molti. Con il tempo gli spettacoli persero d’eleganza e anche il pubblico del Salone Margherita divenne più variegato. 

1898

L’ anno del cinematografo 

Il 1898 fu poi l’anno del cinematografo che venne installato prima in una sala apposita, la “Sala Recanati” in Galleria, e poi anche nel Salone. Le prime proiezioni cinematografiche, che si ebbero nel Salone Margherita, riguardarono pellicole girate a Napoli, prodotte dall’impresa Lumiere.  

“…Questa donna per diversi motivi non è sua moglie. Primo, parla francese, secondo non ha la fede e poi l’ho vista ballare il can can al Salone Margherita” (Totò, Un turco Napoletano).

Dopo la prima guerra mondiale il Salone Margherita si trasformò in teatro di varietà e, dopo il secondo conflitto mondiale, in teatro di rivista. Negli anni ’70 divenne un luogo di perdizione con avanspettacoli e balletti.  Dopo un lungo periodo di crisi, che lo portano alla chiusura nel 1982.

Oggi

Immerso nel piano sotterraneo della Galleria Umberto I, il locale conserva ancora la naturalezza e la vitalità del suo antico design, dove le tracce di architettura Liberty e gli affreschi in stile pompeiano sono in linea con il moderno restyling.Il gioco di luci e colori crea un’atmosfera perfetta per feste a tema, eventi aziendali, cocktail party e gala dinner.

Andiamo nel passato per tornare nella storia

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